La Flessibilità @ NPE: progetto “My TIME NPE”



Stiamo osservando, da diverso tempo, un cambiamento di tendenza importante in ambito lavorativo

Molte aziende hanno deciso di abbandonare gli “standard” a cui facevano riferimento da anni a favore di modalità più agili e flessibili.

Benché questa tendenza sia in atto in diverse parti del mondo da molti anni, solo a fronte della Pandemia del 2020, il nostro Paese si è trovato – inevitabilmente – a fare i conti con uno stravolgimento delle abitudini del singolo individuo.

Tale situazione ha fatto emergere le limitazioni presenti nel panorama industriale italiano e ha aperto la strada a nuovi e più evoluti programmi di Welfare, mettendo l’individuo e le sue necessità al primo posto, garantendo così maggiore serenità e libertà nella gestione degli impegni della sfera individuale.

Con questo post vogliamo condividere con Voi come NPE ha tradotto in realtà questa tendenza e veicolato al suo interno il concetto di flessibilità:

Da Luglio 2019 – ben prima della pandemia! –  è attivo infatti il progetto “My Time NPE”.

Il progetto “My Time NPE” si è posto come obiettivo quello di introdurre un’organizzazione del lavoro più attuale, che favorisse l’equilibrio tra vita professionale e vita privata dei nostri collaboratori conciliando il tempo tra:

  • Lavoro & Famiglia
  • Lavoro & Formazione
  • Lavoro & Salute
  • Lavoro & Benessere

Ma, in concreto, come ha attuato NPE al proprio interno questo approccio innovativo?

Mettendo a disposizione dei propri dipendenti 40 ore che, nell’arco del proprio percorso lavorativo, il dipendendo può usare in flessibilità e gestire così la propria prestazione lavorativa in maniera più autonoma e responsabile.

Ecco un esempio pratico di come un collaboratore potrebbe utilizzare questo strumento:

fatta eccezione per una fascia oraria durante la quale è richiesta la presenza in azienda, il dipendente può:

  • Entrare al mattino posticipando il proprio ingresso – permettendo una organizzazione più flessibile della gestione famigliare o praticare il proprio hobby o attività sportiva
  • Scegliere la modalità con cui gestire il tempo dedicato alla pausa pranzo che può essere di 30, 60, o 90 minuti
  • Uscire anticipatamente per poter meglio gestire i propri impegni e senza necessariamente dover chiedere un permesso personale al proprio responsabile

Naturalmente le ore non lavorate dovranno poi essere recuperate, ma nelle modalità e tempi che il lavoratore riterrà opportuno.

L’esperienza della pandemia ha fatto emergere ancora di più l’importanza che diamo alla qualità della gestione del nostro tempo.  Siamo convinti che un migliore equilibrio tra vita privata e professionale sia una delle chiavi del successo per tutte le realtà lavorative che oggi devono sempre di più uscire da una logica legata solamente al rapporto contrattuale di lavoro con i propri dipendenti per orientarsi verso un approccio più ampio, che consideri il dipendente non solo come lavoratore, ma come individuo migliorandone le prestazioni.

Possiamo riassumere il tutto con una citazione del famoso psicologo Statunitense Daniel Goleman.

“Lo stato d’animo generale dei dipendenti può incidere nella misura del 20-30 per cento sulle prestazioni.”

Daniel Goleman